Intervista

La parola a... Stefano Baronci - Segretario Generale Assaeroporti

Segretario Generale Assaeroporti


[Cleared n°2 - anno X - Febbraio - 2013]

 

Stefano Baronci è il Segretario Generale di Assaeroporti, l'associazione confindustriale degli aeroporti italiani che riunisce 36 società di gestione per 39 aeroporti. Senior Manager in IATA e ACI EUROPE, Baronci, ha rivestito il ruolo di responsabile per le relazioni istituzionali a livello europeo e mondiale. Nell'ambito dei suddetti incarichi ha contribuito nello specifico a rappresentare gli interessi dei gestori aeroportuali prima e delle compagnie aeree poi presso le Istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio) e le organizzazioni internazionali (ICAO, EUROCONTROL, ECAC) nel campo dell'aviazione civile. Baronci, ha curato l'azione di lobby sulla normativa europea sui diritti aeroportuali e le relative fasi di recepimento e implementazione in Italia nonché la definizione del secondo pacchetto legislativo sul Cielo Unico Europeo.

 

Qual è la situazione del sistema aeroportuale nazionale?

Il settore del trasporto aereo in Italia ha dimostrato una grande capacità di resilienza negli ultimi anni. Nonostante infatti negli ultimi 4 anni i dati macroeconomici abbiano evidenziato in Italia un significativo indebolimento della economia il traffico aeroportuale nazionale ha registrato nello stesso periodo una crescita pari al 12,4%. Questa resilienza, ad ogni modo, non è infinita. L'andamento negativo del 2012, con un traffico passeggeri diminuito dell'1.3% e quello merci calato del 4.8%,è confermato e acuito nel mese di gennaio 2013 (che segna una riduzione approssimativamente pari al 9% per i passeggeri).

Questi numeri indicano il valore strategico reale e potenziale del settore, sia per l'economia italiana che per la comunità in quanto strumentale ad una offerta turistica e alla mobilità in generale. Il turismo offre un grande contributo per l'economia italiana, i visitatori stranieri che raggiungono l'Italia in aereo spendono infatti poco più di 9 miliardi di euro ogni anno. L'Oxford Economics stima che gli impatti generati dall'industria del trasporto aereo e dal turismo ammontano all'1,5% del PIL italiano e a 382.000 posti di lavoro.
La qualità del servizio al passeggero, sia in termini di servizio reso che di offerta infrastrutturale non è al passo con i tempi e richiede un pronto intervento di modernizzazione In questo l'Italia, più che altri Paesi Europei, deve lavorare per colmare uno svantaggio competitivo.

 

Il suo parere sull'Atto di Indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo sviluppo aeroportuale recentemente emanato?

L'associazione condivide l'obiettivo di fondo dell'atto d'indirizzo del piano per lo sviluppo aeroportuale, così come la ratio di definire delle priorità strategiche, ma ritiene insufficienti gli strumenti indicati dallo stesso. Rientra nelle prerogative dello Stato quella di favorire le condizioni necessarie per consentire al Paese di dotarsi tempestivamente delle infrastrutture aeroportuali e intermodali idonee a fornire un servizio di eccellenza al passeggero. L'ingresso di capitali privati, condizione necessaria per una riduzione dei costi pubblici, ad ogni modo, si stimola solo attraverso una piena autonomia gestionale, una semplificazione delle procedure di pianificazione e esecuzione dei progetti, una governance più snella con una chiara definizione di poteri e responsabilità, e un'attenzione maggiore - anche da parte pubblica - al tema della intermodalità e dell'accesso all'aeroporto. Non aver ancora riconosciuto l'affidamento in gestione totale ad alcuni scali per i quali viene prospettata un ambiguo trasferimento dallo Stato alle Regioni è un chiaro vulnus del lavoro del Governo.

 

Quali sono secondo Lei le misure e le strategie che il settore deve intraprendere per affrontare questo delicato momento nel nostro Paese?

In una situazione politica ancora tutta da decifrare è necessario garantire pochi ma fondamentali interventi. Il primo è rendere operativa l'Authority dei Trasporti, quale unico process owner per definire nuovi modelli tariffari onde superare l'eccessiva complessità del procedimento in tema di diritti aeroportuali. Velocizzare le procedure di esecuzione dei progetti di sviluppo infrastrutturale dovrebbe inoltre essere l'imperativo categorico di un Paese che impiega in media più di 10 anni per eseguire progetti il cui costo superi i 100 milioni. Infine concludere senza indugio il rilascio delle gestioni totali, per assicurare alle società di gestione interessate un'adeguata autonomia, facilitando l'ingresso dei capitali privati nel settore.