Intervista

La parola a...Paolo Annunziato Presidente CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali)

Presidente CIRA

[Cleared n°6 - anno XV - giugno 2018]

La parola a...Paolo Annunziato Presidente CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali)

 

Dott. Annunziato, il CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) opera da sempre nell’ottica del rafforzamento delle sinergie della filiera nazionale per la Ricerca & Sviluppo Tecnologico nel settore aeronautico e spaziale. Quali sono le attività del nuovo Piano denominato PRO.R.A e quali sono i programmi di punta in esso contenuti (i cosiddetti Flagship programs) più direttamente collegati al mondo aeronautico e dell’ATM?

Il nuovo PRORA, in continuità con la missione affidata al CIRA più di trent’anni fa, si propone di supportare con attività di ricerca, sviluppo tecnologico e sperimentazione le Grandi Industrie e le PMI nazionali e regionali del settore aeronautico e spaziale nello sviluppo di prodotti innovativi, al fine di mantenere elevata la competitività del sistema nazionale dell’aerospazio. Il Piano comprende diversi programmi flagship, alcuni dei quali rivolti prevalentemente al settore aeronautico, come quelli relativi ai velivoli a pilotaggio remoto e autonomi (Flagship RPAS), alla propulsione elettrica dei velivoli regionali (Flagship ELECTROPLANE) e ai sistemi di protezione dal ghiaccio (Flagship ICE), con l’obiettivo di avere un trasporto aereo sempre più sostenibile, resiliente, e sicuro. In futuro, però, il traffico aereo vedrà l’entrata in servizio di sistemi non convenzionali, come i velivoli ipersonici trans-atmosferici o le piattaforme stratosferiche per applicazioni di sorveglianza e comunicazione. Anche questa tipologia di sistemi aerei trova spazio nell’aggiornamento del PRORA avvicinando, idealmente, l’Aeronautica allo Spazio. Tra quelli citati, il programma che trova un più immediato collegamento con il settore dell’ATM è senza dubbio RPAS; l’integrazione dei droni nello spazio aereo civile sarà il tema dominante della ricerca aeronautica dei prossimi anni.  In Europa i droni hanno avuto un forte sviluppo, grazie alle possibilità di impiego in vari settori di interesse sociale ed economico. Il programma europeo SESAR, con il supporto di enti quali l’ENAV, ha definito le roadmap di sviluppo tecnologico e operativo che rappresentano il riferimento per chiunque, oggi, sia impegnato in questo settore e a cui i programmi di ricerca e sviluppo nazionali, come il PRORA, devono necessariamente contribuire. L’integrazione nello spazio aereo, e quindi la creazione dell’UTM, riguarderà tutte le classi di droni, dai grandi (tipicamente Medium Altitude Long Endurance) ai mini e micro, che opereranno a bassa quota.    

 

Uno dei temi di grande interesse oggi è quello dell’integrazione nello Spazio aereo nazionale delle operazioni dei velivoli Unmanned/Pilotaggio Remoto anche noti con il nome più comune di droni; in questo settore quali sono le attività su cui CIRA intende investire? Quali le connessioni in questo campo con ENAV?

Il CIRA ha condotto progetti di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore degli Unmanned , sin dai primi anni 2000, con particolare riguardo alle tecnologie del volo automatico e alle attività di dimostrazione. Più di recente, un importante filone di attività è stata rivolta all’integrazione dei droni nello spazio aereo, in particolare al sistema di Detect & Avoid , unanimamente considerata un’importante tecnologia abilitante. Il Laboratorio volante del CIRA “Flare”, dotato di un sistema avionico per il pilotaggio da remoto e automatico basato proprio sulla tecnologia anticollisione, è il primo prototipo di Optionally Piloted Aicraft ad aver volato in Italia, e tra i primi in Europa, nell’ambito di progetti di ricerca nazionali e internazionali (Sesar RAID). Il passo successivo sarà l’integrazione di tali tecnologie su piattaforme unmanned

Il programma RPAS intende puntare nei prossimi anni allo sviluppo anche di altre tecnologie abilitanti, tra cui aumento della situation awareness del pilota remoto, gestione della fase di atterraggio del velivolo, data link per operazioni oltre il campo di vista e radio, per diversi tipi di applicazioni (ad es. monitoraggio e gestione dei rischi meteo, search and rescue, agricoltura di precisione). Il processo di validazione avverrà in linea con il piano strategico europeo, utilizzando sia infrastrutture di terra che la sperimentazione in volo (evoluzioni di FLARE).  In questa fase, di fondamentale importanza per il CIRA sarà la collaborazione con ENAV.

 

Dal suo punto di vista, sul fronte tecnologico, cosa possiamo aspettarci dai droni del futuro e quale impatto sulle nostre vite?

Già da qualche anno l’opinione pubblica ha cominciato a considerare i droni come mezzi di grande utilità sociale ed economica, grazie al loro impiego in settori quali la sicurezza, il monitoraggio dell’ambiente e del territorio, il trasporto merci, la logistica, l’agricoltura. Nei prossimi venti-trenta anni, si prevede una crescita esponenziale nella produzione di droni e nel loro impiego anche in contesti urbani ad alta densità di popolazione con un notevole impatto per i cittadini per la presenza di un significativo traffico aereo a basse quote; tra le applicazioni più innovative va citata la cosiddetta Urban Mobility per il trasporto passeggeri. Le istituzioni dovranno accompagnare con opportune politiche e investimenti infrastrutturali quella che si prospetta come una rivoluzione sia dal punto di vista normativo che tecnologico. Oltre all’integrazione nello spazio aereo, di cui si è parlato, sarà necessario pensare a requisiti di riduzione dell’impatto ambientale ad esempio con il ricorso all’elettrico.