Intervista

La parola a...Lorenzo D'Onghia - Presidente ASAS (Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie Ict per lo Spazio)

Presidente ASAS (Associazione per i Servizi,le Applicazioni e le Tecnologie Ict per lo Spazio)


[Cleared n°9 - anno XIII - nov_dic 2016]

Lorenzo D Onghia

 

 

Ing. D’Onghia, congratulazioni per il nuovo incarico quale Presidente ASAS. Come vede il futuro dell’Air Traffic Management europeo con lo sviluppo delle tecnologie satellitari in costante evoluzione?

 

Sarà per me una sfida importante riuscire ad interpretare al meglio il ruolo di promozione industriale e di partecipazione al dialogo con le istituzioni di settore che svolge ASAS . Per quanto riguarda le prospettive dell’ATM posso confermare che l’utilizzo delle tecnologie satellitari sta già dando ottimi risultati e contribuirà in maniera sempre più determinante all’aumento della sicurezza ed affidabilità, alla semplificazione operativa ed infrastrutturale dell’ATM europeo. La navigazione satellitare in ambito aeronautico, grazie al sistema EGNOS, rappresenta una componente essenziale nella gestione del traffico aereo, sia per le fasi di decollo e atterraggio, sia per la gestione dei mezzi all’interno dell’area aeroportuale.Il futuro (e qui parliamo realmente di pochi anni) sarà caratterizzato dalla sempre maggiore integrazione anche delle tecnologie di comunicazione satellitare. Questa è un’evoluzione dettata sia da fattori economico operativi che di impatto ambientale, e contribuirà a rendere ancora più efficiente e sicuro il sistema ATM europeo.

 

Enav è entrata nell’azionariato di Aireon, la società statunitense del gruppo Iridium responsabile della progettazione e messa in opera di un servizio globale di sorveglianza satellitare permettendo così di estendere la copertura di vaste aree non raggiunte dai radar. Qual è il suo pensiero sul futuro di questo settore chiave?

La trasmissione dei segnali di sorveglianza ADS-B con il supporto della costellazione Iridium rappresenta un’opportunità di miglioramento sia della sicurezza del volo aereo che di semplificazione infrastrutturale del segmento di terra del servizi di ATM. Questi aspetti rappresentano una opportunità di ampliamento del servizio aereo e di ottimizzazione delle rotte, con forti ricadute anche verso una gestione “green” del traffico aereo. Non solo, di fatto la possibilità del broadcasting satellitare dei segnali di sorveglianza apre nuove opportunità di servizio, dovute, per esempio, anche nelle aree già raggiunte dai radar, all’aumento di affidabilità, che rappresenta un fattore abilitante per l’ampliamento del traffico aereo civile a piattaforme unmanned. Va riconosciuta ad Enav una visione strategica e di business di grandissima importanza per il nostro Paese.

 

SESAR 2020 è un progetto importante per il futuro dell’aviazione europea. In che modo le aziende che ASAS rappresenta vi partecipano?

SESAR2020 rappresenta la fase collegamento tra i lavori intrapresi dalla SESAR JU nel corso SESAR 1 e la fase di Industrializzazione & Deployment orientata all’implementazione operativa del ATM Master Plan, mettendo a fattor comune le priorità ed i requisiti degli stakeholder con le competenze e tecnologie abilitanti e necessarie a fornire una risposta efficace alle esigenze del mondo ATM. Mediante la realizzazione di  progetti che vanno dalla ricerca pura (Exploratory Research) fino alle dimostrazioni pre-operative (Very Large Scale Demonstrations), SESAR2020 sarà in grado di assicurare una più valida e coerente migrazione dalle idee allo sviluppo pre-operativo fino alla preparazione finale per il deployment. Il programma, attraverso una serie di attività trasversali ed integrate garantirà la fornitura di Best in Class, con interoperabilità a livello globale ed alte prestazioni per un armonizzazione ed efficientamento del trasporto aereo a favore sia degli utenti che dei cittadini. La complessità e l’articolazione del programma lasciano ampio spazio per la partecipazione industriale, sia per PMI che per le grandi aziende, consentendo di svolgere un ruolo di guida sistemistica e programmatica, soprattutto nella fase di deployment, che dal punto di vista industriale rappresenta un’opportunità importantissima per il ritorno degli investimenti. Non da trascurare sono gli aspetti normativi associati al progetto SESAR facendo riferimento, in questo caso, anche all’utilizzo di velivoli comandati da remoto, per esempio per il trasporto delle merci. L’integrazione dei droni nel traffico aereo Civile costituirà un elemento di grande interesse ai fini di una collaborazione delle imprese con Enav e Enac.

 

La costellazione Galileo ha ora 14 satelliti in orbita. Il nostro Paese ha avuto un ruolo di primo piano fin dall'inizio del programma. Quando verrà completata la costellazione? E quando è prevista la sua operatività?

Il numero dei satelliti che sono in grado di offrire il servizio andrà rapidamente aumentando. Già nel mese di novembre 4 nuovi satelliti, partiti dalla base di Kourou per la prima volta con un lancio quadruplo mediante il lanciatore europeo Ariane 5, hanno portato a 18 i satelliti che potranno essere pienamente operativi nel corso del 2017. Successivamente verranno effettuati altri 4 lanci per portare la costellazione a 30 satelliti entro la fine del 2020, tecnicamente il numero ottimale per offrire pienamente il servizio di navigazione a livello globale e a garantire le necessarie ridondanze. Il progressivo aumento del numero di satelliti attivi nell’erogazione del servizio avrà impatti positivi sulle performance di positioning e timing ancor prima del pieno dispiegamento della costellazione. Per questo motivo già entro l’anno saranno dichiarati ufficialmente i primi servizi di Galileo. Sempre entro il 2016 sarà completata l’assegnazione del Galileo Service Operator contract. L’imprese italiana, in joint venture con l’Agenzia Spaziale Tedesca, recita già un ruolo importante nel segmento delle infrastrutture di terra, in quanto attualmente assicura il Controllo di Missione della Costellazione Satellitare. La prospettiva nel breve è quella di gestire in futuro anche il Servizio Operativo per conto della GSA. Il 2017 vedrà quindi la transizione dalle operazioni dell’infrastruttura al pieno supporto per la fornitura del servizio “upstream”.

 

Dal suo punto di vista privilegiato, il “Sistema Italia” in ambito spaziale…

Date le note difficoltà del Sistema Italia proprio a “fare sistema”, parlerei del Sistema Spazio Italia, che, anche se non completamente immune dalle debolezze del Paese in questo senso, fin dalle sue origini ha svolto programmi, progetti e missioni spaziali con risultati di tutto rilievo e con alcune punte di eccellenza anche a livello internazionale, sia nel campo scientifico che in quello applicativo. Si citano per esempio i programmi COSMO SKYMED, e SICRAL, realizzati grazie soprattutto agli investimenti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e della Difesa. Oggi vantiamo numerose eccellenze nel mondo industriale, sia tra le Grandi Aziende che tra le PMI. Tali eccellenze si riscontrano anche nel mondo della ricerca, che sta sempre di più entrando nella logica di una stretta collaborazione e sviluppo di un’alleanza tecnologica con le aziende. Un elemento essenziale per lo sviluppo di una leadership solida in ambito spaziale è comunque una continua cooperazione con l’ASI e una sempre maggiore integrazione con l’Europa, con un utilizzo efficiente delle opportunità offerte dai programmi Internazionali dell’ESA, della Commissione europea, dell’EDA. Il prerequisito rimane sempre quello  che le capacità e l’impegno delle aziende e dei Centri di Ricerca abbiano il necessario supporto istituzionale, e che a livello nazionale sia garantita una politica industriale che favorisca gli investimenti di medio e lungo periodo essenziali per competere in un ambito di sfide globali come quello spaziale.

Con l’avvio del Piano Space Economy l’Istituzione Pubblica, sia a livello nazionale che regionale, sta dando concreti segnali di aver recepito l’importanza strategica della “Spazio” come strumento commerciale per lo sviluppo ed il benessere della collettività.

È pertanto un’opportunità che il comparto industriale nazionale non può permettersi di perdere.