Roma, 30 giugno 2025
Chief Operating Officer & Accountable Manager del Gruppo SAVE
[Cleared n°6 - anno XXII - giugno 2025]
Il Gruppo Save, che comprende gli Aeroporti di Venezia, Treviso ma anche Verona, Brescia e Brussels Charleroi, sta crescendo di pari passo con l’aumento del traffico aereo. Quali sono le vostre priorità future?
Il modello di sviluppo adottato dal nostro Gruppo si basa su una costante corrispondenza tra la prevista crescita dei volumi di traffico e la realizzazione progressiva di nuove infrastrutture, necessarie per una gestione fluida delle operazioni e per il livello dei servizi offerti ai passeggeri che utilizzano i nostri aeroporti.
La programmazione degli scenari di medio e lungo termine si basa su Master Plan pluriennali, che individuano e regolano l’attuazione di nuove funzioni ed opere, in un’ottica imprescindibile di sostenibilità.
Nel 2024, gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona hanno totalizzato 18,3 milioni di passeggeri, a cui si aggiungono i 10,5 milioni di Charleroi, mentre il volume di merce gestita da Venezia e Brescia ha superato le 100.000 tonnellate complessive. Un successo determinato dall’applicazione di un’economia di scala che aumenta l’efficienza e, grazie a solidi rapporti con le compagnie aeree, accresce capillarmente con continuità la rete dei voli di tutti gli aeroporti gestiti dal Gruppo SAVE.
All’interno del sistema aeroportuale, Venezia ricopre il ruolo di terzo scalo intercontinentale nazionale, con collegamenti di lungo raggio diretti su Nord America, Medio ed Estremo Oriente.
In termini gestionali, tutto questo si traduce nella necessità di adeguare le infrastrutture esistenti, con interventi importanti che oggi riguardano in particolare l’aeroporto di Venezia, dove sono in corso i lavori di un nuovo ampliamento del terminal passeggeri, e quello di Verona, dove stiamo realizzando una nuova aerostazione che sta cambiando il volto dello scalo.
In quest’ottica di sinergia, quali sono i prossimi sviluppi del Polo Aeroportuale del Nord Est?
L’obiettivo primario è proseguire nello sviluppo dell’offerta di collegamenti e nell’efficientamento della gestione operativa degli scali. Con riferimento a questo secondo aspetto, la collaborazione con ENAV è fondamentale, avendo già portato a risultati che sono diventati un benchmark anche per altri aeroporti, quali la riqualifica delle pavimentazioni, degli impianti elettrici e visivi della pista di volo principale di Venezia nel 2019 con piena continuità operativa dello scalo. Ora si sta pianificando la remotizzazione della torre di controllo di Treviso, mentre a Verona ENAV è in fase di progettazione della nuova Torre di controllo. Più a medio/lungo termine, a Venezia si stanno valutando sistemi e procedure che possano portare ad un incremento dei movimenti orari sulla pista.
All’interno dei terminal passeggeri, abbiamo già sostituito tutte le macchine per il controllo dei bagagli a mano con modelli di scanner C3 che utilizzano l’intelligenza artificiale, con conseguente riduzione dei tempi di passaggio ai varchi di sicurezza. La stessa intelligenza artificiale è al servizio dei sistemi di climatizzazione per creare ambienti confortevoli, venire incontro all’esigenze dei passeggeri e, soprattutto, ridurre i consumi energetici e conseguentemente le emissioni di anidride carbonica.
ENAV e Gruppo Save sono alla continua ricerca di efficienza e miglioramento delle proprie attività. Il settore droni vi vede coinvolti insieme, è l’ambito del futuro?
Lo sviluppo della Mobilità aerea avanzata è da tempo al centro dell’interesse del Gruppo SAVE, un obiettivo che, nello sviluppare un sistema intermodale di collegamento tra i nostri aeroporti e i centri urbani, si sposa con le attività volte al raggiungimento delle zero emissioni. Nel Masterplan 2037 dell’aeroporto di Venezia, attualmente in fase approvativa, abbiamo previsto la realizzazione di due vertiporti. Infrastrutture all’avanguardia, che consentiranno di inserire il territorio veneto in un sistema integrato a livello nazionale, permettendo collegamenti sostenibili con le principali aree logistiche e di attrazione turistica del territorio.
Si tratta di progetti che coinvolgono più attori. Anche in questo caso la collaborazione con ENAV è fondamentale, con Techno Sky ad esempio stiamo sperimentando il controllo con droni delle aree operative degli aeroporti, e stiamo portando avanti presso l’aeroporto di Padova il progetto sperimentale di Sandbox che utilizza i droni a idrogeno per il trasferimento di merci sanitarie, in un processo sostenibile che comprende produzione, stoccaggio ed erogazione del combustibile.
Lei è un “tecnico” nel settore del mondo aeroportuale: cosa vorrebbe vedere che si avverasse in un prossimo futuro?
Tutte le nostre attività sono accomunate dall’obiettivo della sostenibilità. La nostra missione presente e prospettica è quella di coniugare l’attività e lo sviluppo degli aeroporti con l’impegno nella riduzione progressiva di emissioni di CO2, fino al traguardo delle zero emissioni entro il 2030. Questo comporta investimenti importanti, in parte già realizzati quali, a Venezia, il nuovo impianto pneumatico di raccolta rifiuti installato nel terminal passeggeri o il moderno impianto di depurazione che permette il riutilizzo delle acque reflue per scopi non potabili, in un’ottica di economia circolare. Nel Master Plan dell’aeroporto di Venezia abbiamo tracciato una roadmap che segna i passi che intendiamo intraprendere per un “aeroporto green”, che adotta una serie di pratiche, tecnologie e infrastrutture progettate per ridurre l’impatto ambientale della sua operatività. Le macroaree di azione riguardano dunque efficientamento e innovazione delle infrastrutture aeroportuali, perseguimento della massima circolarità dei processi, azioni multi-approccio volte alla decarbonizzazione, interventi che favoriscono la rinaturalizzazione e la biodiversità considerato anche il contesto lagunare unico, intermodalità di accesso allo scalo terra, ferro e, perché siamo a Venezia, acqua.