Intervista

La parola a... Elsa Gentile

Consigliera di Fiducia del Gruppo ENAV

[Cleared n°5 - anno XIX - maggio 2022]

La parola a... Elsa Gentile

Avvocato Gentile, una prima curiosità: cosa l’ha spinta ad accettare questo incarico, di fatto al servizio prima dei dipendenti e poi della società?

Mi piace misurarmi sempre con sfide nuove e stimolanti. Quando mi è stato proposto quest’incarico, non ho esitato minimamente. Se c’è la buona volontà e la voglia di costruire rapporti positivi e propositivi, un ambiente di lavoro può diventare veramente una seconda casa, e questo è il mio obiettivo.

I luoghi di lavoro, a volte, possono risultare difficili, scomodi e forieri di disagi. La provoco: è un’illusa o un’idealista?

Per dirla come Kennedy, sono un’idealista senza illusioni, ecco! Vediamo cosa succederà. Parleranno i fatti.

Gli avvocati, oltre ad essere giuristi, sono anche psicologi. Sono seduti e, giorno dopo giorno, ascoltano i racconti e osservano i comportamenti dei clienti. Da dove nasce questa sua propensione all’ascolto? Dal dovere o ama immedesimarsi nella vita e problemi altrui?

Il dovere, per quanto importante, non supera mai la voglia e l’interesse. Sin da ragazza, ho sempre amato ascoltare, cercato di capire gli altri e, soprattutto, cogliere le sfumature. Ho imparato, dall’esperienza, che la ragione non sta mai solo da una parte e che sulle regole deve prevalere sempre il buon senso. In un Gruppo come Enav, con così tanti dipendenti, dislocati su tutto il territorio nazionale, mi piacerebbe raggiungere i confini estremi e ascoltarne le voci.

Il problema più grande, per i lavoratori, è la paura: la paura di ritorsioni, vendette, licenziamenti. Ci spiega come riuscirà nell’intento di trasmettere fiducia e sicurezza? A dirla crudamente: perché dovrebbero sentirsi liberi di confidarsi con lei persone che non la conoscono?  

La diffidenza è comprensibile. Ma, come si evince anche dal video, sono una figura esterna, indipendente, super partes; il mio compito sarà proprio quello di trasmettere alle persone che l’azienda è pronta ad ascoltarle e a supportarle in un momento di difficoltà della loro vita familiare o professionale. L’onestà intellettuale e la trasparenza sono i cardini della mia vita professionale e umana. Se i dipendenti del Gruppo Enav vorranno avvicinarsi a me, per qualsiasi esigenza o bisogno o problema, sono sicura che non li deluderò e che, insieme, troveremo la strada affinché si possa lavorare meglio e, soprattutto, con maggiore fiducia e serenità.  Anche io ho avuto il mio percorso lavorativo: donna, meridionale, senza “santi in paradiso”, so dunque di cosa parliamo. La fiducia, poi, si conquista sul campo: basterà mettermi alla prova.

Come vede l’approccio di Enav nel dotarsi volontariamente di uno strumento di tutela delle proprie risorse umane?

Credo che dimostri di essere un’azienda “moderna” pronta ad approfondire i malesseri ed i disagi che i propri dipendenti potranno mostrare attraverso la mia figura e soprattutto pronta a costruire un ambiente di lavoro improntato al benessere del personale: l’isolamento che spesso nasce da un disagio è nemico del benessere. Avere una persona che intercetta situazioni di disagio agevola anche l’azienda oltre che i dipendenti.

Prima di accettare l’incarico ha incontrato il Comitato Pari Opportunità di Enav, che aspetti ed obiettivi avete condiviso rispetto a questo ruolo

Ci siamo incontrati da remoto in un incontro del Comitato e successivamente ho iniziato a conoscere ciascuno dei componentǝ proprio al fine di condividere il comune sentire verso l’impegno su questi temi. Ho riscontrato, da una parte, la comune consapevolezza del ruolo delicato della Consigliera, a contatto con la sfera più intima e personale di ciascuno, dall’altra, la ferma convinzione che è importante giocare d’anticipo attraverso la prevenzione. Sapere da una persona esperta cosa significa e quando si può configurare una molestia, un abuso o una violenza, fisica, sessuale, psicologica o indiretta e quali possono essere le possibili conseguenze che ne derivano è un momento formativo non solo per la presunta vittima ma anche per chi questo comportamento lo attua anche inconsapevolmente. E questo farà crescere tutti.